Il termine Bioeconomia è stato usato per la prima volta proprio per definire l’impianto teorico di Nicholas Georgescu-Roegen [1], il quale evidenziando i limiti del concetto dell’utilità come fondamento della teoria del consumatore alla base dell’attuale visione del sistema economico, propone l’utilizzo dell’entropia nell’analisi del sistema produttivo e del “godimento della vita” come fine ultimo del processo economico. L’Autore auspica un’economia che utilizzando le fonti energetiche rinnovabili, riducendo gli sprechi, rispettando i cicli ecologici, liberando la vita umana dall’eccessiva pressione delle logiche economiche di massimizzazione e ricorrendo alla cooperazione internazionale, possa garantire il benessere umano e la salvaguardia dell’ambiente, così da garantire un futuro migliore e duraturo alla specie umana [2].
[1] Scrive Berton: «Come testimonia la lettera ricevuta da Giorgio Nebbia datata 18 ottobre 1988 pubblicata in appendice, il termine “bioeconomia” è stato usato per la prima volta da Nicholas Georgescu-Roegen (1906-1994) in una conferenza tenuta nella Yale University, nel Connecticut, l’8 novembre del 1972. Qualche mese prima un accademico cecoslovacco aveva usato “bio-economics” per qualificare la particolare visione dell’economia come estensione della biologia dell’economista rumeno e Georgescu-Roegen si era reso conto che questo termine era una buona etichetta per le sue tesi, iniziando così ad utilizzarlo», https://altronovecento.fondazionemicheletti.eu/bioeconomia-una-due-tre-la-bioeconomia-secondo-giorgio-nebbia/?print=pdf
[2] Per un approfondimento sulla Bioeconomia si veda:
ZAMBERLAN-Dall’utilità-al-godimento-della-vita-la-Bioeconomia-di-Georgescu-Roegen